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The Hacienda - "Picking pennies off the floor" (2011)

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“Picking Pennies off the floor” è il debutto su lunga distanza dei THE HACIENDA. Dinamico e potente, l’album è stato scritto dal quintetto fiorentino in occasione del lungo tour di supporto a “Conversation Less EP”.
Registrato presso i Folsom Prison nel Settembre 2010 in compagnia del produttore Lorenzo Buzzigoli, “Picking Pennies off the floor” si rivela disco incredibilmente maturo e consapevole. L’album contiene 12 brani che abbracciano alcune sonorità differenti rispetto a quelle dell’EP, tracciando così un nuovo percorso e aprendo scenari interessanti per il futuro.
Le modalità di composizione dei brani sono rimaste piuttosto fedeli a quelle che erano le abitudini precedenti. La ricerca dell’armonia come culmine della forma canzone si sviluppa attraverso linee melodiche che si stratificano con cori ed incisivi arrangiamenti di chitarre, organi e fiati.
Con “Picking Pennies off the floor” (tradotto “Raccogliendo spiccioli da terra”), la band riesce ad amalgamare il differente bagaglio musicale di ciascun membro della band. Il quintetto si pone la domanda di come far coesistere le proprie attitudini in una realtà sociale e culturale cosi diversa dal proprio approccio, cercando di superare quella fastidiosa sensazione di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Un album eterogeneo, dalle atmosfere variegate e ricco di influenze che hanno contaminato la stesura dei pezzi.
‘You Might Be Wrong’ suona come se i Bee Gees e The Kinks, in un raptus di follia, avessero imbracciato gli strumenti di Sex Pistols e Clash. La canzone parla del ritrovarsi in quelle che sembrano essere pessime situazioni.
‘Mexican Salad’, ‘We’re Supposed To Be Together’ e ‘Yesterday’s Paper’ sono i pezzi in cui forse l’attitudine punk della band viene più fuori sia nelle parti vocali che nelle sonorità. Le atmosfere più quieti e rilassate, sia a livello lirico che melodico, si rivelano invece nei brani ‘Here In The Sand’ e ‘59’ dove le chitarre acustiche e gli organi accompagnano la voce per quello che, senza dubbio, si rivela come un nuovo approccio compositivo rispetto all’EP di esordio.
‘Why Would You Come Back?’ e ‘Nova’ sono due dichiarazioni d’amore al Soul degli anni ’60. Con una corposa sezione di fiati presente in entrambi i brani, la band si confronta per la prima volta con nuovi arrangiamenti e nuove linee armoniche. In ‘Nova’ da segnalare il contributo alla voce di Danny Mahon, cantautore Inglese con cui la band ha diviso il palco nel corso del tour del 2010.
Il nuovo percorso sonoro della band viene arricchito dall’uso, in pianta stabile, dell’organo. Non a caso il suono presente in brani quali ‘MRS Nobody’, ‘Sun Down Four Fifty Seven’ o ‘Later On Demand’, strizza l’occhio alla psichedelia americana degli anni ’60.
‘Last Bus On The Way’ è il pezzo il cui testo incontra il concept che esiste dietro l’intero lavoro (How does it feel to keep our love in our streets / where there’s nothing to shout out for...).
Nell’edizione in vinile è presente la cover del pezzo Northern Soul di Jimmy James & The Vagabonds ‘Help Yourself (To All My Lovin’)’ che sancisce definitivamente l’amore scoppiato tra il gruppo e quella venatura Soul che si sviluppa all’interno dell’album.
“Picking Pennies off the floor” brilla di luce propria in equilibrio tra Bart Bacharach e The Kinks.